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i Gabbiani Corsi

Era una fulgida mattina di maggio dell’87. Nell’isola del Giglio l’esplosione della primavera inebriava l’aria con il profumo delle piante di Cisto in fiore, sotto i tiepidi raggi del sole tutta l’isola scintillava di colori.

Doveva essere un tranquillo week-end di vacanza, altrimenti mia moglie Daniela non mi avrebbe sicuramente seguito, ma purtroppo come spesso avviene, si fanno i conti senza l’oste, o il naturalista in questo caso.

Così, mentre stavamo percorrendo l’accidentato sentiero che da una selvaggia scogliera ci avrebbe condotti fino al mare, i richiami sordi di alcuni gabbiani sopra di noi destarono, inevitabilmente, la mia attenzione.

Sulla sommità del promontorio sovrastante una grande quantità di gabbiani roteavano fragorosi e in pieno periodo riproduttivo. Pensai subito ad una colonia nidificante dei comuni Gabbiani reali (Larus michahellis), ma senza binocolo non potevo identificarli con certezza.

Ad alcune cose è possibile rinunciare, anche se a malincuore, ma per un ornitologo (anche se per hobby) rinunciare ad una colonia di uccelli nidificanti è quasi del tutto impossibile. Quindi, dopo una breve quanto inevitabile discussione con la mia dolce metà, incurante delle sue vivaci proteste e delle altrettanto inevitabili conseguenze, decisi comunque di arrampicarmi da solo in cima al promontorio e soddisfare la mia curiosità.

Una volta raggiunta la sommità mi ritrovai, senza quasi rendermi conto, in mezzo ad una colonia di nidificazione con più di 30 coppie di gabbiani strepitanti, ma la vera sorpresa doveva ancora arrivare.

Ricordo ancora la sensazione di incredulità che mi pervase quando notai il becco rosso corallo con la banda nera di un gabbiano che si era posato allarmato per difendere il suo nido. Non erano Gabbiani reali, erano Gabbiani corsi (Larus audouinii)! Specie rara e in diminuzione in tutto il Mediterraneo con alcune isolate colonie superstiti poco localizzate.

La mia curiosità era stata premiata, e con gli interessi. Altro che discussioni in famiglia e abluzioni nel mare, avevo fatto bingo!

Rientrammo presto a casa,  non vedevo l’ora di poter condividere il mio entusiasmo con il mio amico e ornitologo Paul Harris, compagno di tante avventure.

Solo il tempo per organizzarci e Paul e io eravamo di nuovo al Giglio, attrezzati con capanni mimetici, cavi per lo scatto a distanza delle fotocamere e tutta l’attrezzatura fotografica necessaria.

Per limitare al minimo il disturbo alla colonia dei rari gabbiani ed aumentare le possibilità di effettuare le riprese, decidemmo di alternarci uno alla volta in un solo appostamento già predisposto dalla sera precedente.

Questo comportamento di avvicendamento ci permetteva di far credere ai gabbiani (che in matematica non brillano) che quell’orribile mostro bipede che si stava avvicinando ai nidi subito dopo si allontanava, facendo tornare in breve la tranquillità nella colonia.

Dopo due giorni passati dall’alba al tramonto nel capanno a scattare foto, il ricordo più emozionante di quell’avventura è stato quando alla fine delle riprese, già sulla strada del ritorno, mi sono imbattuto in uno dei nidi periferici alla colonia, dove da un uovo stava spuntando il becco di un pulcino di gabbiano che si stava per schiudere alla vita. L’occasione era rara, cominciai a fotografare le fasi della schiusa, ma prima che il pullus fosse uscito con la testa dall’uovo, rammentai gli studi di Konrad Lorenz sull’imprinting e con rammarico mi affrettai ad allontanarmi dal nido.

L’imprinting, che nei gabbiani è particolarmente efficace, è un meccanismo biologico che determina nei pulcini, subito dopo la nascita, l’identificazione della propria madre nel primo oggetto o persona in movimento che vedono.

Ho spesso ripensato, a volte con un velato rimpianto, a quell’occasione unica di poter riprendere tutta la fase di schiusa di una specie così rara e a quanto uniche sarebbero state quelle foto… ma forse ho permesso a quel Gabbiano Corso di poter vivere naturalmente la sua vita, contribuendo alla lotta per la sopravvivenza della sua specie già in pericolo.  Questo è stato sicuramente più importante che le mie foto.

Seppi che l’anno successivo la colonia si era spostata su un’altra scogliera dell’isola, ma da allora i Gabbiani Corsi non hanno più nidificato con regolarità al Giglio. E questo è il vero rimpianto.